Il diniego di rinnovo della concessione edilizia per il completamento di lavori di ristrutturazione di un fabbricato di civile abitazione è legittimo quando l'istanza di rinnovo è presentata dopo la scadenza del termine originariamente assegnato per l'inizio dei lavori, in quanto tale richiesta deve essere qualificata come nuova istanza di concessione edilizia, il cui rilascio resta subordinato alla compatibilità con la disciplina urbanistica vigente. In particolare, l'intervento edilizio non può essere autorizzato se ricade in area compresa nella fascia dei 300 metri dalla linea di battigia del mare, in quanto tale area è dichiarata inedificabile dalla legge regionale, salvo le eccezioni ivi previste che non ricorrono nel caso di specie. La proroga del termine per l'inizio dei lavori può essere accordata solo in presenza dei presupposti tassativamente indicati dalla legge, ossia per fatti sopravvenuti estranei alla volontà del titolare del permesso, per la mole dell'opera da realizzare o per le sue particolari caratteristiche tecnico-costruttive, ovvero quando si tratti di opere pubbliche il cui finanziamento sia previsto in più esercizi finanziari. Tali presupposti non ricorrono quando l'istanza di proroga è presentata tardivamente, dopo la scadenza del termine originariamente assegnato. La legittimità degli atti amministrativi va inoltre valutata sulla base della normativa vigente al momento della loro adozione, senza che possano rilevare eventuali modifiche legislative successive.