Gli atti amministrativi generali, quali regolamenti e avvisi pubblici, sono impugnabili in via diretta solo quando contengano disposizioni in grado di ledere in modo diretto e immediato le posizioni giuridiche soggettive dei destinatari; negli altri casi, divengono impugnabili solo quando sorge l'interesse a ricorrere, ovvero assieme all'atto applicativo che produca una lesione effettiva, e non solo ipotetica o futura. L'interesse ad agire sorge soltanto con l'emanazione del provvedimento puntuale, che, in applicazione della regolamentazione di carattere generale, determini un pregiudizio concreto e specifico nella sfera giuridica soggettiva dell'istante. Pertanto, il ricorso avverso atti generali di disciplina di una procedura, in assenza di atti applicativi che determinino una lesione effettiva, deve essere dichiarato inammissibile per carenza di interesse ai sensi dell'art. 35, comma 1, lett. b), c.p.a.