Il termine massimo di 180 giorni previsto dall'art. 12, comma 4, del d.lgs. n. 387/2003 per la conclusione del procedimento autorizzativo unico per la realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, pur non avendo carattere perentorio, comporta l'obbligo per l'amministrazione procedente di pronunciarsi espressamente sull'istanza entro tale termine, a pena di configurarsi il silenzio inadempimento, con conseguente possibilità per il richiedente di agire in giudizio per ottenere l'adozione del provvedimento. Tale termine, fissato dal legislatore con finalità acceleratorie e di semplificazione amministrativa, mira a garantire la certezza dei tempi dell'azione amministrativa in un settore strategico quale quello della produzione di energia da fonti rinnovabili, a tutela dell'interesse pubblico alla promozione di tali iniziative. Pertanto, l'inutile decorso del termine di 180 giorni, in assenza di un provvedimento espresso, positivo o negativo, sull'istanza, integra un inadempimento dell'amministrazione, a prescindere dalla persistenza o meno del potere di provvedere, e legittima il ricorrente a chiedere l'adozione del provvedimento conclusivo del procedimento. L'amministrazione non può sottrarsi a tale obbligo di provvedere, neppure invocando la competenza di altri enti, dovendo in tal caso darne tempestiva comunicazione al richiedente.