Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare la legittimità di un'ordinanza sindacale che dispone la sospensione dell'attività didattica in presenza in tutte le scuole di un Comune, afferma che: 1. La risposta all'emergenza sanitaria da Covid-19 deve essere globale e assunta a livello statale, in quanto la materia della "profilassi internazionale" rientra nella competenza esclusiva dello Stato. Pertanto, il Sindaco non può sostituire il proprio apprezzamento alla valutazione epidemiologica e al bilanciamento degli interessi operato dall'Autorità governativa o dal legislatore. 2. L'ordinanza sindacale contingibile e urgente è ammissibile solo per fronteggiare situazioni eccezionali ed imprevedibili, non già per sovvertire le scelte operate a livello statale, che hanno già disciplinato in modo organico la materia. In assenza di una situazione di effettiva emergenza epidemiologica locale, il Sindaco non può adottare provvedimenti in contrasto con la normativa nazionale. 3. L'ordinanza che dispone la sospensione generalizzata dell'attività didattica in presenza, in assenza di una adeguata istruttoria e di una congrua motivazione, viola il principio di proporzionalità, in quanto lede in modo sproporzionato il diritto all'istruzione e alla formazione dei minori, tutelato dalla Costituzione. 4. Il Sindaco, nell'esercizio del potere di ordinanza, deve rispettare il bilanciamento tra il diritto alla salute e gli altri diritti e libertà costituzionali, senza comprimere in modo irragionevole il diritto all'istruzione, specie per gli alunni con disabilità e bisogni educativi speciali.