L'imprenditore è personalmente responsabile per la regolare tenuta dei libri e delle scritture contabili della propria attività commerciale, non potendo essere esonerato da tale obbligo per il solo fatto di aver affidato a terzi la gestione della contabilità. L'imprenditore ha il dovere di vigilare e controllare l'operato del professionista incaricato, sussistendo una presunzione semplice, superabile solo con una rigorosa prova contraria, che i dati relativi alla vita dell'impresa siano stati trascritti secondo le indicazioni fornite dal titolare dell'impresa. Ai fini della configurabilità del reato di bancarotta fraudolenta documentale, non rileva la tipologia del contratto (leasing o noleggio) in base al quale l'imprenditore fallito ha acquisito la disponibilità di un bene, essendo sufficiente che tale bene fosse nella sua effettiva disponibilità e che ne sia stata disposta l'appropriazione. La valutazione delle risultanze processuali e la motivazione della sentenza rientrano nell'ambito del libero convincimento del giudice di merito, la cui decisione è censurabile in sede di legittimità solo per vizi logici o giuridici manifesti.