La massima giuridica che si può trarre dalla sentenza è la seguente: La qualificazione di un materiale come ordigno esplosivo micidiale, e non mero materiale esplodente, ai fini dell'applicazione della disciplina sulle armi da guerra, non dipende dalla natura dei singoli componenti, che possono anche essere non offensivi se considerati isolatamente, ma dalla valutazione unitaria della loro funzione e dei loro effetti, in particolare in relazione alla quantità di polvere pirica impiegata, alle modalità del suo confezionamento e pressatura, e all'idoneità della struttura complessiva a determinare una deflagrazione con rilevanti effetti distruttivi. Pertanto, integra il delitto di detenzione illegale di esplosivi, e non la contravvenzione di detenzione abusiva di materie esplodenti, la condotta avente ad oggetto l'impiego di materiali costituiti da polvere pirica, non micidiali in sé considerati, ma che, in determinate condizioni quali l'ingente quantità, il precario confezionamento e la concentrazione in un ambiente angusto, assumono la caratteristica della micidialità per la concreta pericolosità per persone o cose.