Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La sentenza di non luogo a procedere emessa ai sensi dell'art. 425 c.p.p. non rientra nell'ambito di applicazione della disciplina intertemporale prevista dall'art. 10, comma 2, della Legge n. 46 del 2006, in quanto tale disposizione si riferisce esclusivamente alle sentenze di proscioglimento e non anche alle sentenze di non luogo a procedere. Di conseguenza, l'appello proposto dal Pubblico Ministero avverso una sentenza di non luogo a procedere pronunciata prima dell'entrata in vigore della Legge n. 46 del 2006 deve essere ritenuto ammissibile, in applicazione del principio "tempus regit actum", secondo cui gli atti processuali sono regolati dalla legge vigente al momento della loro formazione. Pertanto, l'ordinanza di inammissibilità dell'appello pronunciata dalla Corte di Appello deve essere annullata senza rinvio, con conseguente trasmissione degli atti alla medesima Corte per la decisione sull'appello proposto dal Pubblico Ministero.