Cassazione penale Sez. II sentenza n. 54526 del 4 dicembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:54526PEN

Massima

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Il concorso di persone nel reato di truffa richiede la prova di un contributo causale e psicologico dell'agente, non essendo sufficiente la mera presenza o il successivo intervento dell'imputato. Pertanto, la condanna al risarcimento dei danni in favore delle parti civili può essere pronunciata nei confronti del concorrente nel reato solo quando siano stati accertati, con adeguata motivazione, gli elementi costitutivi del concorso, quali il contributo causale alla realizzazione della condotta fraudolenta e la consapevolezza e volontà di parteciparvi. In mancanza di tali elementi, il giudice è tenuto a valutare la posizione del singolo imputato nel contraddittorio tra le parti, al fine di verificare se sussistano i presupposti per ritenerlo responsabile del reato di truffa o per escluderne la responsabilità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DAVIGO Piercamillo - Presidente

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
contro la sentenza del 22/10/2015 della Corte di Appello di Napoli;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. RAGO G.;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.ssa DI NARDO Marilia, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita';
udito il difensore della parte civile, avv.to (OMISSIS), che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO

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