Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 53158 del 15 dicembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:53158PEN

Massima

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Il giudice, nell'applicare misure di prevenzione nei confronti di appartenenti ad associazioni di tipo mafioso, è tenuto a verificare in concreto la persistenza della pericolosità sociale del proposto, senza poter fare affidamento esclusivo sulla presunzione di perdurante pericolosità derivante da precedenti condanne o appartenenza a contesti criminali. Tale verifica deve tener conto del decorso di un apprezzabile periodo di tempo dalla commissione dei fatti delittuosi, nonché dell'eventuale effetto rieducativo della detenzione sofferta dal soggetto, senza poter presumere automaticamente il permanere della pericolosità sociale in ragione del solo pregresso inserimento in un sodalizio mafioso. Il giudice è pertanto tenuto a valutare puntualmente, sulla base di elementi fattuali aggiornati, se il proposto abbia effettivamente reciso i legami con l'associazione criminale di appartenenza e se la sua condotta successiva alla detenzione consenta di escludere il perdurare della sua pericolosità sociale al momento della decisione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CONTI Giovanni - Presidente

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. GIORDANO ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. CORBO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS) il (OMISSIS);
avverso il decreto del 03/03/2015 della Corte di appello di Napoli;
visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. CALVANESE Ersilia;
lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ANIELLO Roberto, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il decreto indicato in…

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