Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 3374 del 26 gennaio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:3374PEN

Massima

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Il diritto alla riparazione per ingiusta detenzione, previsto dall'art. 314 c.p.p., comma 1, non spetta a chi abbia dato luogo o concorso a dare causa per dolo o colpa grave alla custodia cautelare. Il giudice di merito deve valutare in modo autonomo e completo tutti gli elementi probatori disponibili, con particolare riferimento alla sussistenza di condotte che rivelino eclatante o macroscopica negligenza, imprudenza o violazione di norme o regolamenti da parte del richiedente, sia prima che dopo la perdita della libertà personale, al fine di stabilire se tale condotta sia stata il presupposto che ha ingenerato, ancorché in presenza di errore dell'autorità procedente, la falsa apparenza della sua configurabilità come illecito penale, dando luogo alla detenzione con rapporto di causa ad effetto. Anche la mera connivenza del richiedente con l'attività criminosa altrui, desumibile ad esempio da conversazioni telefoniche intercettate, può essere ostativa al riconoscimento del diritto alla riparazione, in quanto espressiva di una grave e macroscopica leggerezza che connota la sua condotta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMPANATO Graziana - Presidente

Dott. IACOPINO Silvana - Consigliere

Dott. ROMIS Vincenzo - Consigliere

Dott. BIANCHI Luisa - Consigliere

Dott. MASSAFRA Umberto - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) TC. NI. N. IL (OMESSO);

1) MINISTERO ECONOMIA E FINANZE;

avverso l'ordinanza n. 67/2008 CORTE APPELLO di FIRENZE, del 12/12/2008;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis)), che ha chiesto il rigetto del ricorso.

FATTO E DIRITTO

Con istanza tempestivamente presentata Tc. Ni. chiedeva alla Corte di appello di Firenze la liquidazione ai sensi degli articoli 314 …

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