Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 47515 del 29 novembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:47515PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale, nell'esercizio delle proprie funzioni, ha il dovere di garantire l'ordinato svolgimento delle attività di servizio, potendo legittimamente richiedere ai cittadini la collaborazione necessaria per il corretto adempimento dei propri compiti istituzionali. Pertanto, l'opposizione violenta o minacciosa del cittadino alle richieste del pubblico ufficiale, anche se motivata dalla ritenuta arbitrarietà o illegittimità dell'intervento, non può essere giustificata dalla scriminante dello stato di necessità, configurando invece il reato di violenza o minaccia a pubblico ufficiale. Tale condotta è punibile indipendentemente dalla fondatezza delle ragioni addotte dal cittadino, essendo sufficiente l'accertamento dell'intento di ostacolare o impedire l'attività del pubblico ufficiale nell'esercizio delle proprie funzioni. Inoltre, il concorso di più soggetti nell'azione violenta o minacciosa, anche se finalizzata a sostenere l'azione di uno solo di essi, integra il reato di violenza o minaccia a pubblico ufficiale in forma concorsuale. La valutazione della legittimità dell'intervento del pubblico ufficiale, infatti, non può essere rimessa alla libera determinazione del cittadino, ma deve essere demandata all'autorità giudiziaria, la quale è tenuta a verificare la correttezza dell'operato dell'agente pubblico sulla base degli elementi di fatto emersi nel processo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. DI STEFANO Pierlui - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. APRILE Ercole - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA B. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1309/2010 CORTE APPELLO di PALERMO, del 28/05/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 16/10/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. BENEDETTO PATERNO' RADDUSA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per la inammissibilita' dei ricorsi.

udito il…

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