Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso l'ordine di demolizione di opere edilizie abusive emesso dal Comune, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. L'ordine di demolizione di opere edilizie abusive può essere legittimamente notificato anche al proprietario locatore, in quanto egli è quantomeno corresponsabile dell'abuso dal momento in cui ne sia venuto a conoscenza, non essendo sufficiente la mera stipulazione di un contratto di locazione per escludere i suoi doveri di gestione dominicale. 2. L'onere di provare la data di ultimazione delle opere abusive incombe sull'interessato, il quale deve fornire concreti, specifici e rigorosi elementi di prova, non limitandosi a semplici allegazioni. 3. I provvedimenti sanzionatori in materia di abusi edilizi hanno carattere vincolato e non richiedono una specifica motivazione sulla sussistenza di un interesse pubblico concreto ed attuale, né una comparazione con gli interessi privati coinvolti, essendo sufficiente l'individuazione degli abusi commessi. 4. Gli interventi di ristrutturazione edilizia, che comportano modifiche della volumetria complessiva degli edifici, sono soggetti al rilascio del permesso di costruire, a differenza degli interventi di manutenzione straordinaria o di restauro e risanamento conservativo, che non possono condurre ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente. 5. La possibilità di proporre domanda di sanatoria non esonera il Comune dall'adottare tempestivamente l'ordine di demolizione una volta accertato l'abuso, salvo l'esperimento di eventuali procedimenti di sanatoria, ove ne sussistano i presupposti. 6. Qualora le opere abusive siano tra loro connesse, dando luogo ad un intervento unitario, deve procedersi all'integrale ripristino dello stato dei luoghi, mediante la demolizione e rimozione di tutte le opere accertate come abusive, ovvero può presentarsi istanza di sanatoria riferita al complessivo intervento abusivo unitariamente considerato.