Il danneggiamento di beni altrui, anche se di modesto valore, integra il reato di danneggiamento aggravato, per il quale non può essere riconosciuta l'attenuante della lieve entità del danno, qualora il danno complessivo cagionato alla parte offesa risulti di una certa rilevanza economica, tenuto conto del presumibile costo dei beni danneggiati al momento della commissione del fatto, a prescindere dal loro prezzo di acquisto originario. In tali casi, la valutazione del danno deve essere effettuata con riferimento al valore dei beni al momento della consumazione del reato, senza che assumano rilievo eventuali riferimenti al prezzo di acquisto dei materiali nuovi. La motivazione della sentenza che nega l'attenuante sulla base di tali criteri è logica e congrua, non integrando un vizio di legittimità censurabile in sede di legittimità, la quale deve limitarsi a verificare la plausibilità e la non contraddittorietà dell'iter argomentativo seguito dal giudice di merito, senza poter sindacare la valutazione di merito.