La destinazione urbanistica di un'area a verde agricolo, confermata nel piano urbanistico comunale rielaborato, è legittima e non può essere sindacata in sede giurisdizionale, salvo che non sia affetta da errori di fatto, travisamento o abnormi illogicità e contraddittorietà. L'Amministrazione non è tenuta a motivare specificamente tale scelta, in assenza di una pregressa aspettativa qualificata del privato alla modifica della destinazione urbanistica. La classificazione di un'area come zona agricola risponde a criteri di corretta pianificazione urbanistica, avuto riguardo alle esigenze di salvaguardia del territorio agrario e di contenimento dell'espansione edilizia, anche ai fini della tutela ambientale, senza che rilevi la circostanza che l'area sia di fatto urbanizzata e non più suscettibile di attività agricola. Il parere obbligatorio della Commissione locale per i masi chiusi, integrata da un funzionario provinciale, previsto dall'art. 19, comma 2, della legge provinciale n. 13/1997 in caso di individuazione di nuove zone per insediamenti, è validamente reso anche in assenza di altri pareri non espressamente richiesti dalla norma.