Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 41352 del 11 novembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:41352PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La retrodatazione dei termini di durata della custodia cautelare, prevista dall'art. 297 comma 3 c.p.p., opera automaticamente solo quando tra i fatti oggetto delle diverse ordinanze cautelari emesse nei confronti dello stesso imputato sussiste una connessione qualificata, nel senso che gli elementi giustificativi della seconda ordinanza erano già desumibili dagli atti al momento dell'emissione della prima e la loro separazione possa essere quindi frutto di una scelta indebita del pubblico ministero. Viceversa, il solo fatto che gli elementi probatori posti a fondamento della seconda ordinanza fossero già in possesso degli organi investigativi non dimostra di per sé che il pubblico ministero abbia procrastinato artificiosamente l'inizio del secondo procedimento o tenuto separati i procedimenti in modo indebito, potendo la presa di conoscenza e l'elaborazione di tali elementi da parte degli inquirenti aver richiesto tempi non brevi. Pertanto, la retrodatazione non è automatica, ma costituisce un rimedio rispetto a una scelta indebita dell'autorità giudiziaria, che deve essere adeguatamente motivata dal giudice sulla base delle specifiche emergenze processuali e probatorie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ba. Ma. , nato a (OMESSO);

avverso la ordinanza del 29/03/2011 del Tribunale di Catanzaro;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dr. Ersilia Calvanese;

udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. D'ANGELO Giovanni, che ha concluso chiedendo il rigetto;

udito per il ricorrente, l'avv. Sisca S.,…

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