Cassazione penale Sez. I sentenza n. 25056 del 22 giugno 2012

ECLI:IT:CASS:2012:25056PEN

Massima

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Il concorso morale nel reato si configura quando il soggetto, pur non partecipando materialmente all'esecuzione del fatto, rafforza l'intento criminoso altrui fornendo un contributo psicologico, morale o materiale, anche minimo, che agevoli la preparazione o la consumazione del delitto. Pertanto, il mero fatto di essere presente sul luogo del reato o di avere avuto conoscenza della sua commissione, senza aver fornito alcun contributo, non integra di per sé una condotta di partecipazione punibile. Ai fini della sussistenza del concorso morale, è necessario che il soggetto abbia consapevolmente e volontariamente agevolato, in qualsiasi modo, l'esecuzione del reato, rafforzando il proposito criminoso altrui, anche attraverso la messa a disposizione di mezzi o strumenti utili alla realizzazione del fatto. Tali condotte, pur non essendo materialmente esecutive, possono assumere rilevanza penale in quanto espressive di una volontà di cooperazione psicologica e morale alla realizzazione del delitto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - rel. Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 2203/2011 TRIB. LIBERTA' di ROMA, del 29/07/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. RAFFAELE CAPOZZI;

sentite le conclusioni del PG Dott. Iacoviello F.M. che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza del 29 luglio 2011 il Tribunale di Roma, adito ai sensi dell'articolo 309 cod. proc. pen., ha r…

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