Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 51920 del 14 novembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:51920PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando della propria funzione, riceve denaro o altra utilità da soggetti privati per compiere atti contrari ai doveri di ufficio, commette il reato di corruzione propria. Tale condotta è punita penalmente anche quando il pubblico ufficiale non eserciti un potere discrezionale, ma si limiti a strumentalizzare la propria posizione a fini privatistici, violando i doveri di fedeltà, imparzialità e onestà che devono informare l'esercizio della funzione pubblica. La gravità indiziaria di tale reato può essere desunta da una pluralità di elementi probatori, tra cui le dichiarazioni spontanee del corrotto che, pur non manifestando una condizione di soggezione, riferiscano circostanze non ancora emerse, trovando riscontro in altri elementi di prova, quali registrazioni ambientali, accertamenti bancari e documentali. In tali casi, la valutazione della credibilità e attendibilità delle dichiarazioni del corrotto, anche in relazione a eventuali divergenze con quelle di altri concorrenti, rientra nell'ambito del libero convincimento del giudice di merito, non sindacabile in sede di legittimità se adeguatamente motivata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Presidente

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - rel. Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 21/04/2017 del TRIB. LIBERTA' di MILANO;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ANGELO CAPOZZI;
sentite le conclusioni del PG Dr. LOY MARIA FRANCESCA che conclude per il rigetto del ricorso.
Udito il difensore avvocato (OMISSIS) del foro di MILANO in difesa di (OMISSIS) il quale conclude per l'accoglimento dei motivi di ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la ordinanza in epigrafe il Tribunale di Milano, a seguito …

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