Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La sussistenza di gravi indizi di colpevolezza per i reati di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale, desumibili dalle dettagliate dichiarazioni della persona offesa e dai numerosi riscontri oggettivi, legittima l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, in ragione dell'intensità e attualità delle esigenze cautelari, in particolare del pericolo di reiterazione dei reati, considerata la particolare vulnerabilità e soggezione della vittima, nonché la totale incapacità di autocontrollo del soggetto indagato, rendendo inidonea una misura meno afflittiva come gli arresti domiciliari a salvaguardare adeguatamente le esigenze cautelari. Il sindacato di legittimità della Corte di Cassazione sulla valutazione dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari è limitato all'esame dell'adeguatezza e congruenza della motivazione, senza poter sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito.