Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto dalla società Barroccio 2015 Srl avverso gli atti con cui Roma Capitale ha ordinato la rimozione dell'occupazione abusiva di suolo pubblico e la chiusura dell'esercizio commerciale, afferma i seguenti principi di diritto: 1. L'ordinanza sindacale n. 258/2012 costituisce l'esercizio del potere discrezionale attribuito al Sindaco dall'art. 3, comma 16, della legge n. 94/2009, il quale ha disposto specifiche indicazioni vincolanti per i Dirigenti competenti in caso di occupazione abusiva di suolo pubblico a fini commerciali nelle strade urbane del centro storico di Roma. Pertanto, l'adozione del provvedimento impugnato da parte dell'Amministrazione non comporta alcuna ulteriore attività discrezionale, essendo il relativo potere vincolato dalle determinazioni stabilite dal Sindaco con la citata ordinanza. 2. L'inerzia dell'Amministrazione nel concludere il procedimento relativo alla richiesta di concessione per l'occupazione di suolo pubblico non legittima il privato a provvedere autonomamente, non applicandosi in tal caso il rito del silenzio-assenso. Inoltre, l'avvenuto perfezionamento del diniego della precedente istanza di concessione, prima dell'insediamento dell'amministrazione giudiziaria a seguito del sequestro antimafia, comporta che gli effetti di tale provvedimento si sono consolidati, non potendosi configurare l'occupazione come non completamente abusiva. 3. I profili di ricorso attinenti a presunte violazioni procedimentali non possono comunque condurre all'accoglimento del gravame, data la natura vincolata del provvedimento impugnato. In conclusione, il Tribunale respinge il ricorso, ritenendo legittimi gli atti adottati da Roma Capitale in applicazione dell'ordinanza sindacale n. 258/2012, volta a sanzionare le occupazioni abusive di suolo pubblico a fini commerciali nel centro storico della città.