L'amministrazione è tenuta a pronunciarsi espressamente sull'istanza del privato entro il termine di novanta giorni, decorso il quale il silenzio assume valore di provvedimento negativo impugnabile. In caso di inerzia dell'amministrazione, il giudice amministrativo può dichiarare l'illegittimità del silenzio e ordinare all'ente di adottare un provvedimento espresso entro un termine perentorio, con la possibilità di nominare un commissario ad acta per l'ottemperanza in caso di ulteriore inadempimento. Tale disciplina, introdotta dalla legge n. 205/2000, mira a garantire l'effettività della tutela del cittadino, evitando che il silenzio dell'amministrazione possa pregiudicare i suoi diritti e interessi legittimi. Il principio di diritto affermato dalla sentenza è che l'amministrazione ha il dovere di pronunciarsi espressamente sulle istanze dei privati entro il termine di legge, pena l'illegittimità del silenzio e la possibilità per il giudice di intervenire per assicurare l'adozione del provvedimento richiesto, anche attraverso la nomina di un commissario ad acta. Tale principio si applica ogni qualvolta l'ordinamento preveda l'obbligo per l'amministrazione di avviare un procedimento a seguito di un'istanza del privato, al fine di garantire l'effettività della tutela giurisdizionale.