Cassazione penale Sez. II sentenza n. 37380 del 23 dicembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:37380PEN

Massima

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Il dipendente o incaricato di pubblico servizio che, pur essendo abilitato all'accesso a un sistema informatico o telematico protetto, vi acceda o vi si mantenga per ragioni ontologicamente estranee rispetto a quelle per le quali la facoltà di accesso gli è attribuita, integra il delitto di accesso abusivo a sistema informatico di cui all'art. 615-ter c.p., anche nell'ambito di rapporti di diritto privato. Ciò in quanto l'autorizzazione all'accesso non legittima l'utilizzo del sistema per finalità diverse da quelle per cui è stata concessa, essendo necessario che l'accesso e la permanenza nel sistema siano strettamente funzionali allo svolgimento delle mansioni o incarichi affidati. L'abuso della posizione di fiducia e dei poteri conferiti integra altresì il reato di appropriazione indebita, qualora il soggetto si appropri indebitamente di somme di denaro o altri beni appartenenti all'ente o società presso cui presta la propria attività.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. RAGO Geppino - Presidente

Dott. AGOSTINACCHIO Luigi - rel. Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 06/05/2019 della Corte di Appello di Milano;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione della causa svolta dal Consigliere SGADARI Giuseppe;
lette le conclusioni scritte del Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore generale Pedicini Ettore, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza in epigrafe, la Corte di Appello di…

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