Cassazione penale Sez. II sentenza n. 15660 del 10 aprile 2009

ECLI:IT:CASS:2009:15660PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni disposto nel corso di un procedimento penale, una volta archiviata la notizia di reato, può essere revocato solo attraverso l'impugnazione dell'ordinanza di rigetto della relativa istanza di restituzione, proposta ai sensi dell'art. 321 c.p.p., mediante appello ex art. 322-bis c.p.p. e non con ricorso per cassazione. Infatti, l'ordinanza che respinge tale istanza, pur potendo essere affetta da errori procedurali o sostanziali, non può essere qualificata come abnorme, in quanto rientra nell'ambito del procedimento attivato dalla parte interessata e non determina la stasi del processo o l'impossibilità di proseguirlo. Pertanto, il ricorso per cassazione proposto avverso tale ordinanza è inammissibile per manifesta infondatezza, comportando la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. BARTOLINI Francesco - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

MA. DA. nata il (OMESSO);

avverso l'ordinanza del 22 dicembre 2007 del G.i.p. del Tribunale di Monza;

Visti gli atti, l'ordinanza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. RAGO Geppino;

sentite le conclusioni del P.G. in persona del Dott. PASSACANTANDO Guglielmo che ha concluso per l'annullamento con rinvio.

FATTO E DIRITTO

Nel corso di un procedimento penale, la sign.…

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