Cassazione penale Sez. V sentenza n. 8921 del 4 marzo 2021

ECLI:IT:CASS:2021:8921PEN

Massima

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Il falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico, di cui all'art. 483 c.p., si configura quando il soggetto attesta falsamente a un pubblico ufficiale, in un atto pubblico, fatti dei quali l'atto è destinato a provare la verità, in violazione di una norma giuridica che obbliga il privato a dichiarare il vero, ricollegando specifici effetti all'atto-documento nel quale la sua dichiarazione è stata inserita dal pubblico ufficiale ricevente. Pertanto, integra tale reato la condotta di colui che, in sede di dichiarazione sostitutiva di atto notorio o di autocertificazione, attesti falsamente di non avere subito condanne penali, in quanto la dichiarazione del privato viene equiparata ad un atto pubblico destinato a provare la verità dello specifico contenuto della dichiarazione, ivi compresa l'inesistenza di condanne in capo al dichiarante. Il falso in autocertificazione non può essere considerato innocuo, in quanto le false attestazioni mettono in pericolo il valore probatorio dell'atto, escludendo per ciò stesso l'innocuità del falso. Inoltre, il preteso profilo colposo nella dichiarazione, in ragione dell'asserito difetto di comprensione di quanto riportato nel modulo predisposto, si appalesa insostenibile, in presenza dell'obbligo, normativamente imposto, di dichiarare il vero riguardo elementi personali e che involge specifici doveri di verifica di corrispondenza, dovere strumentale di miglior informazione giuridica sul contenuto della dichiarazione sostitutiva relativa alle condanne subite. Infine, la determinazione della misura della pena tra il minimo e il massimo edittale rientra nell'ampio potere discrezionale del giudice di merito, il quale assolve il suo compito anche se abbia valutato globalmente gli elementi indicati nell'art. 133 c.p., senza necessità di una specifica motivazione tutte le volte in cui la scelta del giudice risulta contenuta in una fascia medio bassa rispetto alla pena edittale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MICCOLI Grazia - Presidente

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabetta M - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 13/09/2019 della CORTE APPELLO di POTENZA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere IRENE SCORDAMAGLIA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore LOCATELLI GIUSEPPE.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata la Corte di appello di Potenza ha confermato la sentenza, emessa dal Tribunale di quella stessa citta' in data 2 febbraio 2017, di condan…

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