Il reato di contraffazione di un documento di ingresso o di soggiorno, previsto e punito dall'art. 5, comma 8-bis, del d.lgs. n. 286 del 1998, assorbe il reato di contraffazione di impronte di pubblica autenticazione o certificazione, di cui all'art. 469 c.p., in quanto la condotta di contraffazione del documento di ingresso o soggiorno contiene tutti gli elementi costitutivi della fattispecie codicistica, essendo quest'ultima una species del più ampio genus rappresentato dalla normativa in materia di immigrazione. Pertanto, in presenza di un fatto unico dal punto di vista naturalistico, che integri entrambe le fattispecie incriminatrici, trova applicazione il solo trattamento sanzionatorio previsto dalla legge speciale, in applicazione del principio di specialità di cui all'art. 15 c.p., in quanto la norma speciale, pur tutelando un interesse giuridico diverso, contiene tutti gli elementi della fattispecie generale. Ne consegue che la contestazione concorrente dei due reati si risolve in una ingiustificata duplicazione di addebiti, dovendosi applicare esclusivamente la sanzione prevista dalla disposizione speciale, in ragione della sua maggiore gravità.