Cassazione penale Sez. II sentenza n. 23106 del 4 giugno 2009

ECLI:IT:CASS:2009:23106PEN

Massima

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Il dolo del reato di ricettazione può essere desunto anche dalla mancata o non attendibile indicazione, da parte dell'imputato, della provenienza della cosa ricevuta, in quanto tale atteggiamento è rivelatore della volontà di occultamento, logicamente compatibile con un acquisto in mala fede. Pertanto, l'omessa esposizione completa delle circostanze in cui l'imputato ha ricevuto la cosa di provenienza delittuosa, esclude che si possa ritenere assente la prova della consapevolezza dell'illecita provenienza della stessa. Inoltre, la consapevolezza dell'illecita provenienza può essere desunta anche dall'acquisizione dei titoli al di fuori delle regole che ne disciplinano la circolazione. Il giudice di merito può valutare negativamente, ai fini della determinazione della pena, il comportamento processuale dell'imputato che si rifiuta di fornire indicazioni sulla persona da cui ha ricevuto i beni di provenienza delittuosa, in quanto tale condotta è sintomatica di un atteggiamento omertoso e non collaborativo, incompatibile con un comportamento processuale leale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

FR. Sa. nato a (OMESSO);

Avverso la sentenza. 6.3.2006 della Corte d'Appello di Torino;

Sentita la relazione fatta dal Consigliere Dr. DE CRESCIENZO Ugo;

Sentite le conclusioni del Procuratore Generale Dr. GIALANELLA Antonio il quale ha chiesto la dichiarazione di inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

FR. Sa. per il tramite del proprio difensore ricorre per Cassazione avverso la sentenz…

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