Cassazione penale Sez. II sentenza n. 24521 del 9 giugno 2015

ECLI:IT:CASS:2015:24521PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare, non può essere desunto esclusivamente dalla gravità del titolo di reato o dalla consistenza storica dei reati commessi, ma richiede la sussistenza di un concreto e attuale pericolo, valutato anche in relazione alla personalità dell'indagato e alla sua condotta successiva ai fatti, come l'assenza di nuovi reati e l'allontanamento dei soggetti coinvolti nell'attività criminosa. Il mero mantenimento di contatti tra gli indagati, in assenza di ulteriori elementi probatori, non è di per sé sufficiente a integrare il pericolo di reiterazione, essendo necessaria la dimostrazione di una concreta e attuale volontà di commettere nuovi reati della stessa natura o tipologia.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. ALMA ((omissis)) - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE DELLA REPUBBLICA presso il Tribunale di Lecce;

avverso l'ordinanza del 13/01/2015 del Tribunale del Riesame di Lecce pronunciata nei confronti di:

(OMISSIS) nato il (OMISSIS);

Visti gli atti, l'ordinanza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere dott. Geppino Rago;

udito il Procuratore Generale in persona del dott. GIULIO Romano che ha concluso per il rigetto.

FATTO E DIRITTO

1. Con ordinanza del 13/01/2015…

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