Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Le disposizioni di cui all'art. 581 c.p.p., commi 1-ter e 1-quater, introdotte dalla riforma Cartabia, che prevedono specifici adempimenti formali per la notificazione del decreto di citazione nel giudizio di appello, non trovano applicazione nell'ambito del giudizio di riesame e di appello cautelare, in quanto tali nuove prescrizioni sono specificamente riferite alla celebrazione della fase processuale del giudizio di merito di secondo grado e non rientrano nel novero dei principi generali che regolano il sistema impugnatorio. Pertanto, l'omissione della dichiarazione o elezione di domicilio prevista a pena di inammissibilità dall'art. 581 c.p.p., comma 1-ter, non determina l'inammissibilità dell'atto di appello cautelare, il quale resta soggetto alle sole forme previste dall'art. 309, comma 4, c.p.p., richiamato dall'art. 310 c.p.p., comma 2.