Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 54453 del 5 dicembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:54453PEN

Massima

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Il giudice, nell'ambito del procedimento cautelare, può qualificare diversamente il fatto rispetto all'imputazione originaria e, di conseguenza, sostituire la misura cautelare applicata, purché la nuova qualificazione giuridica sia compatibile con gli elementi acquisiti e non comporti una modifica sostanziale dell'imputazione tale da incidere sui diritti di difesa dell'indagato. In particolare, il giudice può riqualificare il fatto in una fattispecie di reato diversa da quella originariamente contestata, purché la nuova qualificazione sia ricompresa nell'ambito della medesima categoria di reato e non comporti una modifica essenziale dell'imputazione. Ciò al fine di assicurare il rispetto del principio di legalità e di terzietà del giudice, nonché di garantire il diritto di difesa dell'indagato, il quale deve poter conoscere con chiarezza l'accusa a suo carico e predisporre adeguatamente la propria strategia difensiva. Inoltre, il giudice, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e l'applicabilità di una misura cautelare, deve tenere conto della nuova qualificazione giuridica del fatto, verificando la compatibilità della misura con la fattispecie di reato ritenuta sussistente. Ciò al fine di assicurare il rispetto del principio di proporzionalità e di adeguatezza della misura cautelare, evitando l'applicazione di misure sproporzionate rispetto alla gravità del fatto ritenuto sussistente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MOGINI Stefano - Presidente

Dott. GIANESINI Maurizio - Consigliere

Dott. TRONCI Andrea - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la ordinanza del 17/05/2018 del Tribunale di Catanzaro;
visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile per rinuncia.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con la ordinanza in epigrafe indicata, il T…

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