Cassazione penale Sez. I sentenza n. 39218 del 24 settembre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:39218PEN

Massima

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Il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina di cui all'art. 12, comma 5, del D.Lgs. n. 286/1998 si configura quando l'agente, approfittando dello stato di illegalità degli stranieri, impone loro condizioni di lavoro particolarmente onerose ed esorbitanti dal normale rapporto sinallagmatico, traendone un ingiusto profitto. Tale ingiusto profitto può consistere non solo nell'utilizzo di manodopera a basso costo per attività illecite, ma anche nell'imposizione di condizioni gravose di lavoro, di orario e/o di retribuzione, diverse e ulteriori rispetto al solo omesso pagamento dei contributi. Anche la condotta di fornire un alloggio al cittadino extracomunitario privo di permesso di soggiorno può configurare il reato di favoreggiamento qualora il fine sia quello di trarre un indebito vantaggio dalla condizione di illegalità in cui si trova lo straniero, attraverso la stipulazione di un contratto particolarmente vantaggioso per il proprietario dell'immobile o comunque gravoso per lo straniero rispetto ai valori di mercato. L'elemento distintivo rispetto al reato di cui all'art. 22, comma 12, del D.Lgs. n. 286/1998 (occupazione di lavoratori stranieri privi di permesso di soggiorno) è costituito dal dolo specifico di trarre un ingiusto profitto dallo stato di illegalità degli stranieri, che si realizza quando l'agente, approfittando di tale stato, imponga condizioni di lavoro particolarmente onerose ed esorbitanti dal normale rapporto sinallagmatico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. TARDIO Angela - rel. Consigliere

Dott. BONITO Francesco M.S. - Consigliere

Dott. CASA Filippo - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato il (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1268/2009 CORTE APPELLO di ANCONA del 09/07/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in pubblica udienza del 12/02/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. Angela Tardio;

udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Viola Alfredo Pompeo, che ha concluso chiedendo dichiararsi inammissibile il ricorso.

preso atto che nessuno e' comparso per il ricorrente.

RITENUTO IN FATTO…

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