Il diniego di rilascio di un visto di ingresso in Italia per motivi di lavoro subordinato, adottato senza la preventiva comunicazione del preavviso di rigetto all'istante, in violazione dell'art. 10-bis della legge n. 241 del 1990, comporta l'annullamento del provvedimento impugnato. L'Amministrazione, infatti, non può esimersi dall'osservare il contraddittorio procedimentale, anche quando la valutazione compiuta concerna la presenza di un rischio migratorio, atteso che tale apprezzamento non si risolve in una scelta a carattere vincolato, ma implica lo svolgimento di valutazioni connotate da discrezionalità. La mancata comunicazione del preavviso di rigetto, pertanto, preclude all'istante la possibilità di intervenire nel procedimento, incidendo sulla correttezza e completezza dell'istruttoria, con conseguente violazione del principio del giusto procedimento di cui all'art. 97 della Costituzione e all'art. 1 della legge n. 241 del 1990. L'annullamento del provvedimento impugnato lascia impregiudicata la facoltà dell'Amministrazione di rinnovare il procedimento, nel rispetto delle garanzie partecipative previste dalla legge.