Il provvedimento di chiusura immediata di un esercizio commerciale adottato ai sensi dell'art. 22, commi 1 e 6, del D.Lgs. n. 114/1998 è legittimo solo qualora l'attività sia stata avviata in assenza di autorizzazione amministrativa. Tuttavia, ove l'autorizzazione si sia formata per silenzio-assenso in ragione del decorso del termine di 90 giorni previsto dall'art. 8 del medesimo decreto legislativo, l'esercizio dell'attività non può essere qualificato come abusivo e, pertanto, il provvedimento di chiusura immediata risulta illegittimo per difetto di presupposti. In tal caso, l'amministrazione comunale è tenuta a rilasciare l'autorizzazione espressa, fermo restando il rispetto dei termini previsti dalla legge per l'avvio effettivo dell'attività commerciale. Inoltre, nel valutare l'adozione di misure cautelari di chiusura, l'amministrazione deve procedere a un'adeguata ponderazione degli interessi pubblici e privati coinvolti, motivando in modo specifico la prevalenza dell'interesse pubblico alla chiusura rispetto alla continuità dell'attività economica e dei rapporti di lavoro. Il mancato rispetto di tali principi determina l'illegittimità del provvedimento di chiusura immediata per eccesso di potere.