Cassazione penale Sez. II sentenza n. 18873 del 30 aprile 2013

ECLI:IT:CASS:2013:18873PEN

Massima

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Il possesso o l'utilizzo di una carta di credito o di pagamento falsificata o alterata, anche se recante un nome di fantasia e non effettivamente utilizzata, integra il reato di cui all'art. 55, comma 9, del d.lgs. n. 231 del 2007, in quanto la condotta è sufficiente a realizzare la fattispecie criminosa, a prescindere dall'effettivo profitto tratto o dalla concreta utilizzazione del documento. Il procedimento camerale del giudizio abbreviato di appello non richiede la presenza necessaria del difensore, essendo tale presenza facoltativa, e pertanto il mancato rinvio dell'udienza per l'impedimento del difensore non costituisce violazione di legge. La valutazione degli atti provenienti da altri procedimenti, in assenza di specifiche censure circa la loro inutilizzabilità, rientra nel libero convincimento del giudice e non determina vizi di motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Milano, sezione 4 penale, in data 5.7.2012;

Sentita la relazione della causa fatta dal consigliere Dott. Piercamillo Davigo;

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, Dott. ANIELLO Roberto, il quale ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile.

RITENUTO IN FATTO

Con sentenza del 28.4.2009, il G.U.P. del Tribunale di Milano dichiaro' (OM…

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