Cassazione penale Sez. V sentenza n. 20030 del 9 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:20030PEN

Massima

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Il reato di rissa si configura quando più persone, animate dal proposito di ledersi reciprocamente, si affrontano in una colluttazione, a prescindere dall'individuazione di chi abbia preso l'iniziativa dell'offesa all'altrui incolumità fisica. L'esimente della legittima difesa non è applicabile a chi agisce in tale contesto, in quanto la situazione di pericolo è stata volontariamente accettata dai partecipanti. Pertanto, le violente azioni difensive poste in essere non possono ritenersi necessitate. La responsabilità penale degli imputati può essere affermata sulla base di una valutazione complessiva delle risultanze processuali, anche in presenza di incertezze e imprecisioni nelle dichiarazioni testimoniali, purché queste siano coerentemente confluite in una parte centrale della ricostruzione dei fatti, ritenuta persuasiva dai giudici di merito. In particolare, il nesso causale tra le percosse inferte agli imputati e il decesso della vittima può essere correttamente individuato, anche in presenza di pregresse patologie della stessa, qualora le lesioni riportate siano ritenute incompatibili con la sola caduta accidentale e siano state considerate la causa scatenante dello stato di coma e della morte. Il giudice di legittimità non può sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di merito, salvo che non emerga un vizio logico o un travisamento della prova tale da inficiare la razionalità e la completezza della motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - rel. Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 14/2010 CORTE ASSISE APPELLO di FIRENZE, del 16/02/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 23/01/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO BEVERE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Fodaroni Maria G., che ha concluso per il rigetto dei ricorsi;

Udito, per la parte civile, l'avv. (OMISSIS);

Udito il d…

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