Il provvedimento di annullamento di una SCIA da parte della pubblica amministrazione, adottato ai sensi degli artt. 19, comma 4, e 21-nonies della legge n. 241/1990, deve essere sorretto da una adeguata motivazione che espliciti le ragioni di pubblico interesse sottese all'esercizio del potere di autotutela, effettuando una ponderazione tra l'interesse pubblico e quello del privato alla conservazione dell'atto. L'Amministrazione non può limitarsi a invocare la mancata acquisizione di un prescritto nulla osta, ma deve dimostrare la sussistenza di un interesse pubblico prevalente rispetto a quello del privato, tenendo conto della natura intrinsecamente privatistica della SCIA. Inoltre, la mancata corrispondenza tra i dati catastali e quelli indicati nella SCIA non è di per sé sufficiente a giustificare l'annullamento, ove risulti accertato che lo stato dei luoghi corrisponde a quanto rappresentato nella SCIA stessa. Parimenti, la proprietà di un locale accessorio, quale un bagno di modeste dimensioni, può essere dimostrata dal privato anche attraverso elementi probatori diversi dai titoli formali di proprietà, come la prova dell'accessione o della pertinenzialità rispetto all'unità immobiliare principale. In assenza di atti formali che attestino la demanialità di una strada, l'uso pubblico di un percorso pedonale non può presumersi, ove risulti che lo stesso sia utilizzato prevalentemente dai proprietari degli immobili limitrofi per esigenze connesse alla loro privata utilizzazione.