Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 18738 del 8 maggio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:18738PEN

Massima

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Il delitto di resistenza a pubblico ufficiale si configura quando il comportamento dell'imputato, anche se non finalizzato a impedire o ritardare specificamente l'atto d'ufficio, si rivela idoneo a ostacolare concretamente l'attività del pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni, indipendentemente dallo stato di soggezione in cui si trovi l'imputato. Pertanto, il tentativo di colpire l'agente di polizia penitenziaria, anche se non diretto a impedire un atto d'ufficio specifico, integra il reato di resistenza a pubblico ufficiale qualora sia idoneo a ostacolare l'attività del pubblico ufficiale, senza che rilevi lo stato di ubriachezza o di soggezione dell'imputato. Il giudice di merito, attraverso un'adeguata e completa motivazione, può ritenere attendibile la ricostruzione dei fatti operata dal pubblico ufficiale, disattendendo la diversa versione fornita dall'imputato, senza che ciò integri un vizio di motivazione censurabile in sede di legittimità, ove la motivazione risulti logica e coerente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) RO. CL. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 15/07/2005 CORTE APPELLO di TORINO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARCANO DOMENICO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DE SANDRO ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

Udita il difensore Avv. ODERDA D..

RITENUTO IN FATTO

Che il ricorr…

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