Il rilascio del visto di ingresso per lavoro subordinato stagionale è subordinato alla verifica da parte delle rappresentanze diplomatiche o consolari dello Stato di origine circa la sussistenza di idonea documentazione atta a confermare lo scopo, le condizioni del soggiorno, la disponibilità di mezzi di sussistenza sufficienti per la durata del soggiorno e, fatta eccezione per i permessi di soggiorno per motivi di lavoro, anche per il ritorno nel Paese di provenienza. In caso di mancata conoscenza da parte del richiedente di elementi essenziali del rapporto di lavoro, quali l'identità del datore di lavoro, l'entità della retribuzione, le modalità di copertura delle spese di vitto, alloggio e viaggio, le rappresentanze diplomatiche o consolari possono legittimamente negare il rilascio del visto, in quanto tali circostanze sono sintomatiche di un rischio di immigrazione illegale. La violazione dell'obbligo di comunicazione di cui all'art. 10-bis della legge n. 241/1990, peraltro, non comporta l'annullabilità del provvedimento di diniego del visto, in applicazione della disciplina introdotta dall'art. 12, comma 1, lett. d) del d.l. n. 76/2020, convertito con l. n. 120/2020.