Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 9140 del 1 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:9140PEN

Massima

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Il reato di partecipazione ad un'associazione per delinquere finalizzata alla turbativa di gare pubbliche e alla frode in pubbliche forniture si configura anche in assenza dell'effettiva alterazione del risultato della competizione, essendo sufficiente l'accertamento di accordi collusivi tra le imprese partecipanti. La gravità indiziaria a carico dell'amministratore di una società che ha partecipato alle gare alterate può desumersi dalla sua consapevole partecipazione alle stesse, dal rinvenimento presso la sede della sua società di timbri e documenti di altre imprese del cartello, nonché dall'invio di richieste di documentazione da parte di altri indagati. Il pericolo concreto e attuale di reiterazione del reato associativo può essere desunto dalla sofisticata organizzazione del meccanismo delittuoso, dalla fitta rete di relazioni illecite instaurate dall'indagato nel settore imprenditoriale di riferimento e dalla possibilità di replicare le condotte illecite anche attraverso l'utilizzo di altri mezzi imprenditoriali, nonostante il sequestro delle sue società. Tuttavia, l'omessa indicazione della durata della misura interdittiva applicata comporta che essa debba essere fissata nel termine massimo previsto dalla legge, con onere di specifica motivazione in merito a tale determinazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. APRILE Ercole - Consigliere

Dott. ROSATI Martino - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 26/07/2018 del Tribunale di Catanzaro;
udita la relazione svolta dal Consigliere Rosati Martino;
sentite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale ANGELILLIS Ciro, che ha chiesto l'annullamento dell'ordinanza con rinvio, per la omessa indicazione della durata della misura interdittiva, ed il rigetto del ricorso nel resto;
uditi i difensori del ricorrente, avvocato (OMISSIS) ed avvocato (OMISSIS…

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