Il silenzio-assenso sulla domanda di concessione di occupazione di suolo pubblico, ai sensi dell'art. 20 della legge n. 241/1990, opera anche per i locali ubicati nel centro storico della città, in quanto tale fattispecie non rientra nelle eccezioni previste dalla normativa. Pertanto, l'amministrazione comunale non può contestare l'occupazione abusiva di suolo pubblico e ordinarne il ripristino, quando la concessione si è formata per silenzio-assenso, essendo tale occupazione legittima nei limiti della richiesta tacitamente accolta. Il principio di tutela dell'affidamento del privato, derivante dal silenzio-assenso, prevale sull'interesse pubblico alla regolamentazione dell'occupazione di suolo, salvo che non vi siano specifiche ragioni di interesse pubblico prevalente, debitamente motivate dall'amministrazione. Inoltre, l'omessa notificazione del verbale di accertamento della violazione anche alla società odierna ricorrente, in violazione dell'art. 14-bis, comma 3, della deliberazione comunale n. 119/2005, determina l'illegittimità del provvedimento sanzionatorio adottato nei confronti della medesima società.