Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 8937 del 23 febbraio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:8937PEN

Massima

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Il custode giudiziale di un bene sottoposto a sequestro amministrativo ha l'obbligo di conservarlo diligentemente, essendo tenuto a rispondere penalmente per la sua distruzione o danneggiamento, anche qualora il bene risulti già inservibile al momento dell'affidamento. Il giudice, nel valutare la richiesta di conversione della pena detentiva in pecuniaria, deve motivare adeguatamente il proprio provvedimento di diniego, esplicitando i criteri e le ragioni che lo hanno indotto a non accogliere l'istanza, senza potersi limitare a un mero riferimento a precedenti penali a carico dell'imputato. Il principio di legalità e di tassatività della pena impone, infatti, che il giudice eserciti il proprio potere discrezionale in modo puntuale e congruamente motivato, al fine di garantire il rispetto del diritto di difesa e il controllo sulla correttezza dell'esercizio del potere sanzionatorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Presidente

Dott. DE AMICIS Gaetano - rel. Consigliere

Dott. SCALIA Laura - Consigliere

Dott. CORBO Antonio - Consigliere

Dott. D'ARCANGELO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 09/12/2015 della CORTE APPELLO di LECCE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 03/02/2017, la relazione svolta dal Consigliere Dr. GAETANO DE AMICIS;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. AGNELLO ROSSI che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 9 dicembre 2015 la Corte d'appello…

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