Il possesso di una falsa carta di identità valida per l'espatrio, anche se procurata all'estero, integra il reato di cui all'art. 497-bis, comma 2, c.p. quando l'imputato abbia concorso alla sua contraffazione o la detenga al di fuori dei casi di uso personale, essendo irrilevante il luogo di commissione della condotta di contraffazione ai fini della sussistenza della giurisdizione italiana. La pena per tale reato, se inferiore alla media edittale, può essere adeguatamente motivata con il riferimento ai precedenti penali dell'imputato, senza necessità di una specifica analisi dei criteri di cui all'art. 133 c.p. La configurabilità del concorso formale di più reati di resistenza a pubblico ufficiale, anche se commessi nei confronti di più agenti, non richiede l'accertamento di un distinto dolo specifico per ciascuna condotta, essendo sufficiente la volontà di opporsi all'esecuzione dell'atto d'ufficio. L'aggravante di cui all'art. 576, comma 1, n. 5-bis, c.p. è applicabile al reato di lesioni personali anche quando concorre con quello di resistenza a pubblico ufficiale, in quanto introduce un elemento specializzante riferito alle condotte poste in essere contro una particolare categoria di pubblici ufficiali, il cui disvalore non è assorbito da quello della fattispecie di cui all'art. 337 c.p. Infine, le circostanze attenuanti generiche, ove applicate per il reato più grave, possono rilevare anche ai fini della determinazione dell'aumento di pena per la continuazione con i reati satellite.