Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 36616 del 10 ottobre 2005

ECLI:IT:CASS:2005:36616PEN

Massima

Generata da Simpliciter
La misura cautelare disposta da un giudice incompetente ai sensi dell'art. 27 c.p.p. non perde efficacia per il mancato espletamento di un nuovo interrogatorio di garanzia da parte del giudice competente, purché quest'ultimo abbia emesso nel termine stabilito una propria ordinanza, sempre che non siano stati contestati all'indagato o all'imputato fatti nuovi ovvero il provvedimento non sia fondato su indizi o su esigenze cautelari in tutto o in parte diversi rispetto a quelli posti a fondamento dell'ordinanza emessa dal giudice incompetente. Ciò in quanto l'esigenza di garanzia sottesa all'interrogatorio di cui all'art. 294 c.p.p. deve ritenersi soddisfatta ampiamente dall'interrogatorio reso al giudice incompetente, stante la validità, efficacia ed utilizzabilità dell'atto anche da parte del giudice competente, e in ragione del principio della autonomia della ordinanza del giudice competente, la quale ha il suo fondamento nella pienezza dei poteri che quest'ultimo esercita nella valutazione della sussistenza dei fatti, dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari senza condizionamenti derivanti dagli apprezzamenti del giudice poi dichiaratosi incompetente. Pertanto, la misura cautelare disposta dal giudice incompetente ai sensi dell'art. 27 c.p.p. mantiene la sua efficacia anche in assenza di un nuovo interrogatorio di garanzia da parte del giudice competente, salvo il caso in cui vengano contestati all'indagato o all'imputato fatti nuovi ovvero il provvedimento risulti fondato su indizi o su esigenze cautelari in tutto o in parte diversi rispetto a quelli posti a fondamento dell'ordinanza emessa dal giudice incompetente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE VI PENALE
composta dai signori magistrati:
((omissis)) - ((omissis)) - ((omissis)) - ((omissis)) - ((omissis)) - Consigliere
riuniti in camera di consiglio,
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
sul ricorso proposto da Gi. Sp., n. a Be. Me. il (...),
avverso l'ordinanza del Tribunale di Palermo in data 28 febbraio 1998;
udita la relazione fatta dal Consigliere dott. ((omissis));
udito il Procuratore generale nella persona del sostituto dott. Tindari Baglione, che ha concluso per il rigetto del ricorso;
udito il difensore Va. Vi.
FATTO E DIRITTO
Con l'ordinanza in epigrafe, il Tribunale di Palermo ha rigettato la richiesta di riesame di Gi. Sp., indagato per il reato di cui all'art. 416 bis c.p., in relazione alla partecipazione alla famiglia mafiosa di Be. Me. associata a "cosa nostra".
Il Collegio ha, in primo luogo, disattes…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.