Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 48394 del 30 dicembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:48394PEN

Massima

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Il dolo del reato di calunnia presuppone la piena volontà di porre in essere un'incolpazione, unitamente alla consapevolezza dell'innocenza dell'incolpato, senza che il precario stato di salute fisica o psichica dell'imputato, ove accertato, possa di per sé escludere o attenuare la sussistenza dell'elemento soggettivo del reato. Il giudice di merito, nel valutare l'attendibilità delle dichiarazioni rese dalla persona offesa, può fondarsi sulla chiarezza, logicità e credibilità delle stesse, senza che tale valutazione sia sindacabile in sede di legittimità, ove adeguatamente motivata, anche in assenza di riscontri esterni, purché le dichiarazioni appaiano coerenti e prive di elementi di dubbio. L'onere di indicare i mezzi di prova a discarico, inclusi i nominativi dei testi, grava sulla parte imputata, non essendo il giudice tenuto a procedere d'ufficio all'identificazione di tali elementi, salvo che non emerga l'assoluta necessità ai fini del decidere.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. GRAMENDOLA ((omissis)) - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. RI. LE. GI. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 07/11/2005 CORTE APPELLO di MILANO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAMENDOLA ((omissis))LO;

sentito il P.G. in persona del Dott. Baglione Tindari che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso e il difensore avv. ((omissis)) che si e' riportato alle conc…

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