Il riconoscimento di una sentenza penale straniera è disciplinato dal codice di procedura penale italiano e prevede due distinti procedimenti, uno per gli effetti penali e uno per gli effetti civili. Il riconoscimento agli effetti penali, regolato dall'art. 730 c.p.p., è attribuito all'iniziativa del Procuratore generale presso la Corte d'Appello, il quale può richiederne il riconoscimento per gli effetti di cui all'art. 12, comma 1, n. 1 e 2 c.p. (estinzione del reato e cessazione degli effetti penali). Il riconoscimento agli effetti civili, disciplinato dagli artt. 732 e 741 c.p.p., è invece attribuito alla domanda del soggetto interessato, che intenda far valere il giudicato penale di condanna per conseguire le proprie pretese attraverso un nuovo ed autonomo giudizio, ovvero quando la sentenza straniera contenga già statuizioni civili suscettibili di diretta ed immediata applicazione. La giurisprudenza di legittimità ha affermato che esiste un legame di stretta corrispondenza tra la richiesta del Procuratore generale e la pronuncia del giudice, per cui la sentenza della Corte d'Appello che delibera il riconoscimento della sentenza straniera deve enunciare espressamente gli effetti che ne conseguono, in conformità alla domanda proposta. Pertanto, la sentenza che riconosce gli effetti civili di una sentenza penale straniera in assenza di espressa iniziativa dell'interessato e in presenza di una richiesta del Procuratore generale riferita solo agli effetti penali, è affetta da nullità e deve essere annullata con rinvio per una nuova deliberazione.