Il reato di ricettazione (art. 648 c.p.) è configurabile anche nell'ipotesi di acquisto o ricezione di cose con segni contraffatti, nella consapevolezza della avvenuta contraffazione, in quanto la cosa nella quale il segno contraffatto è impresso costituisce provento della condotta delittuosa di falsificazione (art. 473 c.p.). Il delitto di cui all'art. 474 c.p., invece, tutela la pubblica fede intesa come affidamento dei consumatori nei marchi e segni distintivi della particolare qualità ed originalità dei prodotti in commercio, a prescindere dalla libera determinazione dell'acquirente. Pertanto, le fattispecie di cui agli artt. 474 e 648 c.p. descrivono condotte diverse sotto il profilo strutturale e cronologico e non possono configurare un rapporto di specialità, essendo entrambe autonomamente punibili. La norma di cui al D.L. n. 35/2005, art. 1, comma 7, riguarda esclusivamente l'acquisto occasionale e poco accorto di merce recante marchi contraffatti, mentre non esclude la configurabilità del reato di ricettazione per coloro che acquistano e ricevono tale merce al fine di farne commercio, consapevoli della contraffazione.