Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 28226 del 19 giugno 2018

ECLI:IT:CASS:2018:28226PEN

Massima

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Il provvedimento restrittivo della libertà personale, applicato nei confronti di un soggetto condannato in primo grado per il delitto di associazione di tipo mafioso, è assistito dalla presunzione relativa di pericolosità sociale e dalla presunzione assoluta di adeguatezza della custodia cautelare in carcere, ai sensi dell'art. 275, comma 3, c.p.p. Tali presunzioni possono essere superate solo quando risulti che l'imputato abbia effettivamente e irreversibilmente rescisso i vincoli che lo legavano al sodalizio criminale, dimostrando un concreto e radicale distacco dall'ambiente di provenienza. La mera allegazione di dichiarazioni eteroaccusatorie rese dall'imputato, pur consentendo il superamento della presunzione di pericolosità, non comporta automaticamente l'adeguatezza di una misura cautelare meno afflittiva della custodia in carcere, essendo necessaria una valutazione complessiva delle esigenze cautelari e della concreta affidabilità del comportamento collaborativo, tale da garantire l'effettiva rimozione di qualsivoglia legame con la criminalità organizzata. In assenza di elementi nuovi e decisivi, idonei a scardinare l'impianto probatorio già valutato in sede di merito, il giudice non può revocare o sostituire la misura cautelare applicata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. AGLIASTRO Mirella - rel. Consigliere

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del Tribunale per il riesame di Bologna;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo la dichiarazione di inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, avv. (OMISSIS), che ha concluso insistendo per l'accoglimento dei motivi di ricorso.

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