Cassazione penale Sez. II sentenza n. 3595 del 1 febbraio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:3595PEN

Massima

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Il danneggiamento di beni altrui, anche se di lieve entità, integra un reato penalmente rilevante, per il quale il giudice è tenuto a pronunciare una condanna, senza possibilità di assoluzione ai sensi dell'art. 129 c.p.p., salvo che non ricorrano circostanze eccezionali che escludano la punibilità. Il giudice, nel valutare la responsabilità dell'imputato, deve attenersi rigorosamente agli elementi di prova acquisiti nel processo, senza poter sollevare d'ufficio questioni di merito non dedotte nei motivi di impugnazione, essendo precluso in sede di legittimità il riesame del compendio probatorio. Pertanto, il ricorso per cassazione che prospetti censure di fatto inammissibili in questa sede, prive di correlazione con il provvedimento impugnato, deve essere dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma equitativamente fissata a favore della cassa delle ammende, in ragione dei motivi dedotti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAGANO Filiberto - Presidente

Dott. FIANDANESE Franco - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Be. Gi. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Torino, sezione 2 penale, in data 29.3.2010;

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal consigliere Dott. DAVIGO Piercamillo;

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, Dott. PASSACANTANDO Guglielmo, il quale ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile.

Osserva:

MOTIVI DELL…

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