La condanna per il reato di cui all'art. 14, comma 5-ter, del d.lgs. 286/1998 non costituisce ostacolo al rilascio del permesso di soggiorno per lavoro subordinato a seguito di domanda di emersione dal lavoro irregolare ai sensi dell'art. 1-ter della legge 102/2009, in quanto tale reato appare incompatibile con la disciplina comunitaria delle procedure di rimpatrio di cui alla direttiva 2008/115/CE, come chiarito dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea. Pertanto, l'Amministrazione non può negare l'emersione in caso di condanna per tale reato, dovendo invece accogliere la domanda di permesso di soggiorno presentata dal lavoratore straniero. Il principio di diritto affermato dalla giurisprudenza amministrativa, in particolare dall'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato con le sentenze n. 7 e n. 8 del 2011, è che la condanna per il reato di cui all'art. 14, comma 5-ter, del d.lgs. 286/1998 non costituisce causa ostativa al rilascio del permesso di soggiorno per lavoro subordinato a seguito di domanda di emersione dal lavoro irregolare, in quanto tale reato risulta incompatibile con la disciplina comunitaria in materia di procedure di rimpatrio. Pertanto, l'Amministrazione è tenuta ad accogliere la domanda di permesso di soggiorno presentata dal lavoratore straniero, nonostante la condanna per il suddetto reato, in applicazione dei principi affermati dalla giurisprudenza amministrativa e dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea.