La mancata adozione da parte dell'amministrazione regionale degli atti di indirizzo previsti dall'art. 8-quater del D.Lgs. n. 502/1992, necessari per l'attivazione del sistema di accreditamento definitivo delle strutture sanitarie private, non esonera la stessa amministrazione dall'obbligo di provvedere espressamente sulla domanda di accreditamento provvisorio presentata dalla struttura sanitaria privata, in applicazione dei principi di trasparenza e celerità dell'azione amministrativa di cui alla Legge n. 241/1990. L'amministrazione regionale, pur in assenza di una disciplina di dettaglio sui requisiti per l'accreditamento, è tenuta a pronunciarsi in modo espresso sulla domanda, anche attraverso un provvedimento di diniego motivato, al fine di consentire alla struttura privata l'attivazione dei rimedi giurisdizionali a tutela del proprio interesse legittimo all'accreditamento. Il mancato esercizio del potere decisorio da parte dell'amministrazione, adducendo la mancata definizione dei criteri di accreditamento, integra una violazione dell'obbligo di provvedere e una lesione dell'interesse della struttura privata, che può essere riparata attraverso l'adozione di un provvedimento espresso, anche di diniego, impugnabile in sede giurisdizionale.