Cassazione penale Sez. III sentenza n. 15237 del 15 maggio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:15237PEN

Massima

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Il custode giudiziario che viola i sigilli apposti dalla Polizia Municipale su un immobile di cui è legale rappresentante commette il reato di violazione di sigilli di cui all'art. 349, comma 2, c.p. Il momento consumativo del reato può essere desunto anche da indizi gravi, precisi e concordanti, nonché da nozioni di comune esperienza, potendosi ritenere che l'inosservanza dei doveri imposti avvenga a distanza di qualche tempo, come nel caso di sospensione dell'attività edilizia durante il periodo natalizio e di accertamento tempestivo a seguito di denuncia anonima. Il termine lungo di prescrizione di sette anni e mezzo previsto per tale reato non è quindi decorso, salvo l'esistenza di ipotesi anomale e particolari da provare rigorosamente, che intacchino la presunzione relativa all'epoca di commissione dei fatti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LAPALORCIA Grazia - Presidente

Dott. ROSI Elisabett - rel. Consigliere

Dott. CERRONI Claudio - Consigliere

Dott. ACETO Aldo - Consigliere

Dott. MACRI' Ubalda - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 12/06/2019 della CORTE APPELLO di MESSINA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ROSI ELISABETTA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore FIMIANI PASQUALE;
Il Proc. Gen. conclude per l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte d'Appello di Messina, con sentenza del 12 giugno 2019, ha confermato la sentenza emessa dal Tribunale di M…

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