Il falso ideologico in certificazione commesso mediante induzione in errore di un pubblico ufficiale, attraverso una falsa dichiarazione, integra il reato di cui all'art. 483 c.p. e non quello di cui agli artt. 48 e 479 c.p., in quanto la falsa attestazione è riferita al contenuto degli atti relativi all'immatricolazione del veicolo, mentre la concorrente violazione degli artt. 48, 478 e 479 c.p. riguarda il rilascio da parte della P.A. del certificato di proprietà, qualificabile come attestazione del contenuto degli atti relativi all'immatricolazione, falso per l'induzione in errore del pubblico ufficiale mediante la falsa dichiarazione. La mancata sottoposizione dell'imputato al saggio grafico non costituisce elemento determinante ai fini della affermazione della sua responsabilità, essendo invece rilevanti i precedenti rapporti dell'imputato con il soggetto che ha effettuato le false sottoscrizioni, nonché il fatto che dalle testimonianze sia emerso che l'unico soggetto interessato ai rapporti con la concessionaria e con l'acquirente fosse stato quest'ultimo. Ai fini della valutazione della prevalenza delle attenuanti generiche sulla recidiva, il riferimento ai precedenti dell'imputato, quale parametro previsto dall'art. 133 c.p. applicabile anche ex art. 69 c.p., rende incensurabile la decisione del giudice di merito.